L’agricoltura biologica è un metodo di produzione definito dal punto di vista legislativo a livello comunitario con un primo regolamento, il Regolamento CEE 2092/91, sostituito successivamente dai Reg. CE 834/07 e 889/08 e a livello nazionale con il D.M. 18354/09.
Il termine “agricoltura biologica” indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).
Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.
Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, non lo sfruttano in modo intensivo.
La conoscenza delle caratteristiche climatiche di un territorio è di fondamentale importanza in agricoltura biologica in quanto il clima influenza in maniera determinante lo svolgimento del ciclo vegetativo e produttivo e lo stato fitosanitario delle piante.
E’ quindi necessaria un’attenta conoscenza dei diversi parametri caratterizzanti le zone interessate alla olivicoltura biologica, tra i quali rilevanza specifica deve essere riconosciuta a:
- temperature minima e massima media;
- entità delle precipitazioni ed umidità relativa;
- velocità del vento.
Sotto il profilo dei relativi fabbisogni termici, l’olivo necessita delle seguenti temperature minime medie:
- 10°C per la fase della mignolatura;
- 15–18°C per la fase della fioritura;
- 20–22°C per la fase dell’allegagione;
- 15°C per la fase che va dall’invaiatura sino alla maturazione;
- 5°C per la fase che va dalla maturazione sino alla raccolta.
Temperature tipiche del clima dei monti Erei e quindi zona particolarmente adatta all’olivicoltura biologica